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Santuario di S.Alfio

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Tra religiosità e folklore

La festa di Sant'Alfio si svolge ogni anno a Trecastagni, il dieci maggio, presso l'omonimo Santuario, una monumentale costruzione in pietra lavica posta nell'immediata periferia del paesino etneo. La tradizione religiosa intende celebrare i tre giovani martiri cristiani Alfio, Filadelfo e Cirino, che sacrificarono la loro giovane vita testimoniando l'ardente fede in Cristo: da questo il toponimo della città di Trecastagni (tres casti agni). Ma la fede popolare e la sempre crescente venerazione dei fedeli ha, in qualche modo, affievolito il ricordo degli altri due, esaltando in maniera esclusiva il rito celebrativo in onore di Sant'Alfio, a cui si sono per memoria secolare, rivolte suppliche e petizioni per guarigioni da tremende malattie o da gravi incidenti. Per tali ragioni, spesso in segno di gratitudine per la grazia ricevuta, nella notte tra il nove e il dieci maggio, centinaia di devoti, recanti un massiccio cero sulla spalla (la grandezza della torcia e adeguata alle possibilità economiche del portatore), vestiti con mutandoni bianchi lunghi fino alla caviglia, camicia bianca senza colletto e una fascia rossa che attraversa spalle e petto e chiamati impropriamente nudi, partono da Catania o dai paesini della provincia, per raggiungere, a piedi scalzi e torcia sulla spalla, il Santuario di Sant'Alfio. Sulla torcia e talvolta collocato un riquadro di latta o di cartone su cui e raffigurato, con la stessa tecnica pittorica suggestiva e artigianale dei carretti, il miracolo ottenuto o implorato. Nei tempi passati, il raduno dei "nudi" si effettuava nella piazza Duomo di Catania e da lì iniziava la marcia a piedi sino al Santuario di Trecastagni. Poi, sin dagli anni Trenta, essendo notevolmente cresciute le esigenze del traffico nel centro urbano, la partenza e stata organizzata da piazza Cavour (o come preferiscono chiamarla i catanesi, da piazza "Borgo"). Con l'avvento della bicicletta, già dai primi del secolo, alcuni devoti realizzavano il pellegrinaggio con tale veicolo. La bicicletta veniva, per l'occasione, bardata e adornata di fiocchi, nastri colorati e fiori secchi. Era usanza assai diffusa fra i "nudi", quale ultimo segno di riconoscente umiliazione per la grazia ricevuta o di mortificante perorazione di miracolo, manifestare la propria devozione al Santo strisciando la lingua sul pavimento interno del Santuario; tale pratica e stata, da qualche tempo quasi del tutto dimessa. La festa di Sant'Alfio si caratterizza altresì per la grande mobilitazione dei tipici carretti siciliani: essi, infatti, costituivano e, pur con la limitazione numerica dei tempi correnti, continuano a rappresentare assieme ai "nudi" la nota di folklore più suggestiva di questa grande festa popolare. I carretti, infatti, straordinariamente addobbati e festanti, con a bordo una tipica orchestrina rustica (zufolo, tamburellone, chitarra e "marranzanu"), partono la notte fra il nove e il dieci da Catania e da altri paesini etnei, dando talora ospitalità a qualche "nudo". Al mattino, dopo aver affrontato l'ultima tremenda salita a ridosso di Trecastagni, la famosa "cchianata di Sapunari" (perché assai ripida e, quindi, scivolosa), i carri si radunano nella piazza del santuario, dove, intorno alle sei del mattino, vengono tributati onori al primo arrivato. Alla fine dei festeggiamenti, i devoti fanno ritorno alle proprie dimore (alcuni a bordo dei carretti rientranti). Molti di essi, dopo aver deposto il cero, si danno a spensierata allegria, rimpinzandosi e bevendo generosamente: da ciò la tradizionale "calata de mbriachi", vale a dire il ritorno in discesa di molti "nudi" ormai su di giri, tutti recanti una cresta di aglio (di cui si adornano con vistosa ostentazione anche i carretti), che costituisce il segno della partecipazione alla festa e che, per restare nella tradizione contadina, rappresenta anche il simbolo della buona salute, della salvaguardia dalle malattie e, in qualche misura, una difesa scaramantica dal malocchio.


LA FESTA DI SANT'ALFIO

La festa risale a tempi antichissimi; la prima traccia la troviamo nel 1593, data che corrisponde alla costruzione della prima chiesa. Attraverso i secoli la festa, pur conservando il suo schema tradizionale, si è arricchita sempre più ritrovando soprattutto il valore di Sacra Rappresentazione della vita dei Santi che aveva segnato 1'inizio della prima festa, dopo il ritrovamento delle Reliquie dei Santi avvenuto nel 1516. Il primo maggio, ventuno colpi a cannone, sparati dal vecchio "mulino a vento", annunziano 1'inizio della festa che si protrae fino al 17 maggio, ma ancor prima che albeggi si vedono, lungo le strade che portano al santuario, i pellegrini che, quasi sempre scalzi, raggiungono la chiesa per partecipare al Novenario, cammino spirituale in preparazione alla festa religiosa. L'otto di maggio si da inizio alla "sagra delle musiche", numerose bande musicali attraversano per tutto il giorno il paese illuminato da mille luci e la loro musica si fonde con il rumore dei mortaretti. Tra il nove sera e il dieci maggio arrivano al santuario da tutta la provincia di Catania i cosiddetti "nudi", vestiti solo con pantaloncini e una fascia rossa sul dorso, carichi del peso di grossi ceri. Una tradizione che pare sia legata alla devozione che i marinai avevano per il loro protettore S. Nicola. Il giorno nove nel pomeriggio, dopo la solenne celebrazione nella chiesa Madre, le Sacre Reliquie dei Tre Santi Martiri, in processione attraverso le vie cittadine, vengono portate al Santuario. A completare la serata in piazza Marconi, si svolge la tradizionale "Entrata dei cantanti", con lo spettacolo pirotecnico. Il mattino del dieci maggio il Santuario viene gremito dai fedeli in attesa della "svelata dei Santi", e non appena si aprono le porte e appaiono sull'altare maggiore i loro Simulacri le ovazioni dei fedeli fanno vibrare tutte le mura del Santuario. L'esultanza giunge fin fuori il sagrato dove, poco dopo, inizia la sfilata dei carretti siciliani con i cavalli bardati con pennacchi e sonagli variopinti. Alle ore 13 i santi escono sul sagrato dove sono attesi da migliaia di devoti e pellegrini festanti che li salutano con continue ovazioni. Il Fercolo inizia il suo cammino, fra una marea di folla, verso la chiesa Madre dove i Simulacri dei Santi vengono esposti alla venerazione dei fedeli. A sera, dopo la S. Messa, si riprende la processione e a notte inoltrata, il Fercolo fa rientro al Santuario.


GLl EX VOTO

L'ex voto consiste in un'offerta fatta ad un santo in riconoscenza di una grazia ricevuta. Fra gli ex voto un posto a parte occupano le tavolette votive che, oltre ad avere un valore artistico rivestono anche un valore antropologico.

 

Gli ex voto del Santuario di Trecastagni sono realizzati con diversi materiali, come cartone e gesso; ma quelli più numerosi sono realizzati in lamiera e dipinti ad olio. Questa collezione, forse la più consistente di tutta la Sicilia (oltre mille tavolette votive), rispecchia i costumi e gli usi dell'epoca in cui sono state eseguite, tracciando 1'evoluzione dei tempi nel modo di vestire, nell'arredamento, nei mezzi di locomozione, ecc.

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