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Santuario di S.Alfio
Trecastagni (CT)

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Negli ex voto del Santuario
i segni dei tempi e degli uomini

La religiosità popolare si estrinseca attraverso molteplici manifestazioni che, se non sono tutte propriamente ortodosse, sono pero' quasi sempre consolidate da una lunga tradizione.
Tra le espressioni più antiche e interessanti della fede popolare si collocano gli ex voto, di cui quasi tutti i Santuari d'Italia possiedono collezioni più o meno consistenti, ancora scarsamente conosciute e studiate, delle quali occorre valorizzare lo spessore storico e socioculturale.
L'ex voto consiste generalmente in un'offerta fatta alla Madonna oppure a un santo (o tutelari di un paese o titolari di una chiesa, di una cappella, di un santuario), in segno di riconoscenza per la grazia ricevuta. L'offerta votiva si esplica in tanti modi: sotto forma di denaro, di un oggetto più o meno prezioso, oppure di una parte del corpo umano riprodotta in cera. Ma, oltre a questo genere di offerte, troviamo una vasta gamma di ex voto di natura e materiali diversi, come cappelli, capi di vestiario, attrezzi ortopedici (stampelle, busti, cinti erniari, ecc.) cuori, occhi, mammelle d'argento, vari tipi di armi, bossoli e schegge di proiettili, e qualsiasi altro oggetto che abbia avuto relazione con la grazia ricevuta.

Tra le offerte tangibili, segno e atto dello scioglimento di un voto, spiccano le tavolette votive, il cui interesse artistico e antropologico e veramente notevole. Le tavolette votive sono dei quadretti di materiale vario che riproducono mediante un disegno pittorio "la scena del miracolo", ossia il particolare momento di grave pericolo che si ritiene superato per intervento divino.
Da qui il nome di "miracoli" con cui vengono chiamate questa tavolette in molte regioni d'Italia. L'offerta votiva non è una caratteristica della religione cristiana.

Essa si trova presente in altre religioni antiche e primitive. Come dimostrano i reperti del mondo antico precristiano conservati nei musei archeologici di tutto il mondo, già prima degli Etruschi e dei Romani, le pratiche votive erano diffuse presso i popoli del bacino del Mediterraneo e in Oriente.
Piccoli oggetti votivi in terracotta, pietra e bronzo, sotto forma di figura umana o di animali, risalenti al VII secolo a.C., sono stati ritrovati in Mesopotamia, in Egitto e in Grecia. Uno degli esemplari greci più antichi e più conosciuti si trova nel Museo Nazionale di Atene e rappresenta un vecchio barbuto che abbraccia una gamba enorme con una grossa varice.

Mentre già in Omero troviamo documentata la tradizione di offrire agli dei sacrifici di animali, nonché le armi proprie e quelle dei nemici vinti in battaglia. Insieme a tante altre istituzioni del mondo greco, anche la consuetudine delle pratiche votive e passata nel mondo romano.
Parecchi scrittori latini, fra cui Cicerone, Orazio, Seneca e Fedro, ricordano che 1'offerta votiva era spesso costituita da tavolette su cui 1'offerente aveva fatto dipingere la scena dello scampato pericolo, che nella maggior parte dei casi era stato un naufragio, noto che, nell'antica Roma, parti anatomiche in oro, argento, rame, bronzo, legno, terracotta, venivano offerte per impetrare una grazia o per rendere omaggio per i benefici ricevuti a particolari divinità, quali Apollo, Diana, Esculapio. E questa tradizione e passata senza soluzione di continuità dal mondo romano a quello cristiano.

Nel mondo cristiano le più antiche testimonianze votive risalgono al IV secolo. Come nell'antichità classica, membra umane in oro, in argento, in legno e anche in cera, venivano appese presso i sepolcri dei santi martiri non solo per significar la riconoscenza del devoto per la sopravvenuta guarigione, ma 1'offerta veniva anche fatta a priori nella convinzione di ottenere la guarigione della parte del corpo ammalata.

La Chiesa però ha combattuto questa seconda pratica come forma residua di paganesimo, mentre ha lasciato sussistere 1'ex voto offerto a guarigione ricevuta, la quale era testimoniata dalle iscrizioni delle tabelle che accompagnavano 1'ex voto.
Benché manchino per il Medio Evo i documenti che possono attestare la continuità della tradizione, si deve assolutamente escludere che la devozione delle offerte votive possa essersi interrotta per riapparire "miracolosamente" nel Quattrocento, a cui risalgono soltanto due tavolette datate, che si trovano rispettivamente nel Santuario della Madonna dei Miracoli a Lonigo (Vicenza) e nel Santuario della Madonna della Quercia a Viterbo, e a cui si fanno risalire le più antiche tavolette possedute dal Santuario della Madonna del Monte di Cesena, alcune delle quali sono di notevole pregio artistico.

Gli studiosi delle tavolette dipinte sostengono giustamente che nel Quattrocento la produzione di questo tipo di ex voto venne largamente influenzata dalla pittura d'arte e in particolare dalle scene dei miracoli dei santi dipinte nelle predelle e nelle pale d'altare, di cui Piero della Francesca, Giovanni Bellini e Gentile da Fabriano ci hanno lasciato delicate e pregevoli raffigurazioni.
La produzione di tavolette avviatasi nel Quattrocento si attenua durante la Controriforma, ma nel Seicento cresce notevolmente e comincia ad acquistare una propria fisionomia, sganciandosi del tutto dalla pittura d'arte.
Nel Settecento le tavolette saranno dipinte per lo più da pittori artigiani specializzati in questo genere, che raggiungerà il massimo sviluppo nell'Ottocento e comincerà a decrescere dopo il primo cinquantennio dell'attuale secolo, quando ormai la categoria dei pittori di ex voto può dirsi scomparsa.

Segni di rinvigorimento dell'ex voto in genere e di quello dipinto in particolare, ci sono stati in occasione delle due guerre mondiali, ma ormai 1'impegno artistico e scarso nonostante 1'uso della firma.

L'ex voto, oggettuale o figurativo che sia, trova la sua naturale collocazione storica nello spazio sacro del santuario, centro privilegiato di socialità religiosa, dove svolge la sua fondamentale, funzione di immediata comunicazione visiva del messaggio religioso, che qualunque categoria di fedeli e in grado di comprendere. Anche gli ex voto dipinti posseduti dal Santuario di S. Alfio in Trecastagni sono di facile lettura, e assolvono la duplice funzione di comunicazione e di attestazione del miracolo concesso dal Santo titolare del Santuario insieme ai fratelli, S. Filadelfo e S. Cirino, in mezzo ai quali viene raffigurato in tutte le tavolette, che narrano le circostanze in cui e avvenuto il miracolo.

A S. Alfio non si offrono soltanto ex voto dipinti, ma anche tutti gli altri tipi di ex voto sopra citati. Un gruppo alquanto numeroso di offerte votive e costituito dagli arti in cera a grandezza naturale o in forma ridotta. Mentre oggi e divenuta molto comune 1'offerta di un cero di varie dimensioni, che ornato di nastri multicolori e di fiori artificiali, viene deposto presso 1'altare del Santo nel giorno della sua ricorrenza festiva, il 10 maggio. Spesso il cero e della stessa altezza e dello stesso peso dell'offerente. In passato, più di oggi, il denaro per 1'acquisto del cero veniva questuato dall'offerente parecchi giorni prima della festa, mostrando il quadro dipinto con la scena del miracolo.

Nel santuario di Trecastagni si trova la raccolta numericamente più consistente di ex voto dipinti della Sicilia. Dall'inventario che e stato eseguito nel 1971 dalla laureanda Nelly De Felice, le tavolette sono risultate 826. Ma il loro numero e certamente cresciuto perché la tradizione, sebbene affievolita, continua ad essere sentita. La raffigurazione pittorica dell'evento miracoloso e affidata oggi, come in passato, ai pittori di carretto dei paesi vicini, fra i quali Aci S. Antonio resta il centro di maggiore produzione.

Gli ex voto di S. Alfio sono realizzati principalmente su tela, cartone, legno, zinco e lamiera.
Più numerosi sono quelli in lamiera dipinti a olio. E probabile che per la prevalenza di questo tipo di materiale, oltre che miraculi, nel dialetto locale vengono .detti pianci, termine che sta ad indicare "lastra in metallo, piastra" e anche immagine, figura, disegno.
Le tavolette dipinte sono incentrate sullo stesso schema compositivo, che si ripete senza sostanziali variazioni, ne in riferimento all'epoca ne in relazione al diverso tipo di committenza ne in relazione al soggetto.

L'ex voto rinvia ad un fatto concreto sempre negativo, da cui si deduce iconograficamente la diretta richiesta d'aiuto. La raffigurazione dell'avvenimento negativo ha una collocazione ben definita nella tavoletta. Esso occupa tutta la parte centrale e lo spazio maggiore. Sempre in basso il devoto offerente e gli altri eventuali personaggi, in alto i Santi protettori seduti su sedie camerali, raffigurati cioè come nelle statue oggetto di culto nel santuario e che sono riprodotte tali e quali sulle immaginette.
Quasi mai manca la didascalia, che non solo riporta nome e cognome dell'offerente e la data del miracolo, ma spesso indica il fatto con poche parole. Essa generalmente si trova scritta in basso e serve a completare la descrizione pittorica del miracolo.
Nei casi di malattia permette di conoscere il male dal quale si e stati liberati oppure il tipo di intervento chirurgico a cui il malato e stato sottoposto. Gli errori di ortografia e le storpiature di parole italiane che ricorrono frequentemente nelle didascalie sono segni evidenti del basso grado di istruzione degli autori delle tavolette.

Benché S. Alfio sia invocato per la guarigione dei sordomuti e dei bambini erniosi, gli ex voto attestano miracoli di ogni genere: dalla guarigione delle più diverse malattie, la cui gravita e sottolineata dalla presenza oltre che del medico anche di un sacerdote, alle tavolette in ringraziamento per essere scampati da calamita naturali, incidenti domestici, incidenti sul lavoro, cadute dagli alberi, da atti di aggressione e via dicendo. Il nostro secolo vede decrescere le tavolette offerte per la guarigione da malattie a vantaggio di quelle che testimoniano incidenti con i nuovi mezzi di trasporto e di lavoro.

Gli ex voto dipinti di Trecastagni documentano infatti il progresso tecnologico, come documentano 1'evoluzione dei tempi nelle fogge del vestire, negli arredi delle case e nell'architettura urbana. Se 1'immagine venerata nel santuario e riprodotta nelle tavolette dipinte appare votata all'immobilità e non subisce modifiche, 1'immagine umana e dentro la storia e porta i segni del tempo. Perciò diciamo che il testo iconografico dell'ex voto e veicolo di informazioni diverse, che si offrono a diversi livelli di lettura oltre a quello religioso, e che passano dal negativo del quotidiano allo straordinario del miracolo.

Maria Raciti Maugeri

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